Corte dei conti UE: pesanti ritardi sui corridoi europei

La Corte dei Conti UE ha fatto il punto sugli 8 mega progetti riguardanti i corridoi europei, riscontrando pesanti ritardi nella maggiorparte delle infrastrutture…

La Corte dei Conti UE ha fatto il punto sugli 8 mega progetti riguardanti i corridoi europei, riscontrando pesanti ritardi nella maggiorparte delle infrastrutture e un aumento generalizzato dei costi. Il ritardo medio nella realizzazione delle infrastrutture prese in considerazione è di 11 anni, i costi sono aumentati complessivamente del 47% e l’obiettivo di completare il disegno continentale delle reti TEN-T entro il 2030 appare lontano. Di questi 8 progetti , considerati snodi cruciali per la realizzazione delle reti trans-nazionali di trasporto passeggeri e merci, 2 riguardano l’Italia: il collegamento alta velocità/alta capacità fra Torino e Lione e la galleria di base del tunnel del Brennero. In entrambi i casi i ritardi sono ben sopra la media.

Secondo la Corte dei Conti Europea (ECA, European Court of Auditors), 6 degli 8 progetti ( fra autostrade, ferrovie e vie navigabili interne) scontano un ritardo tale da rendere impossibile il termine dei lavori entro il 2030. Oltre alle due opere che riguardano l’Italia, gli altri progetti sono la Rail Baltica, il collegamento fisso Fehmarn Belt, il Basque Y e relativo collegamento con la Francia, il collegamento Senna-Schelda, l’autostrada A1 in Romania; la linea ferroviaria E59 in Polonia e suo collegamento ai porti di Stettino e Świnoujście.

Per quanto riguarda la Lione-Torino (tratta transfrontaliera di 65 chilometri, con una galleria di base a doppia canna di 57 chilometri e un tracciato totale di 270 chilometri), è stato rilevato un ritardo di 15 anni. “Di certo la linea non sarà pronta nel 2030 – annota la Corte dei Conti – e le previsioni di traffico sono troppo ottimistiche: in questo momento attraverso la linea convenzionale, comunque inadeguata, transitano 3 milioni di tonnellate di merce all’anno e le previsioni parlano di 24 milioni nel 2025. Dopo 7 analisi costi-benefici congiunte fra Italia e Francia, il Governo italiano ne ha commissionata un’ottava nel 2018, senza consultare l’altro Paese coinvolto né la Commissione, che ha evidenziato un risvolto negativo per poco di 7 miliardi. La metodo golia di questa analisi, comunque, evidenzia elementi di debolezza”.

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a cura di Redazione