In ribasso l’export della componentistica italiana nel 2019 dopo 4 anni di crescita

Nel 2019, l’export della filiera dei componenti per autoveicoli si riduce del 2,3% rispetto al 2018, e ammonta a 21,97 miliardi di Euro (l’export…

Nel 2019, l’export della filiera dei componenti per autoveicoli si riduce del 2,3% rispetto al 2018, e ammonta a 21,97 miliardi di Euro (l’export italiano di tutte le merci registra, invece, un incremento del 2,3%). Nello stesso periodo, si registra anche una flessione delle importazioni della componentistica (-2,1%), per un valore di 15,44 miliardi di Euro, portando così la bilancia commerciale a un saldo positivo di circa 6,53 miliardi di Euro, con un decremento del 2,7%  rispetto al 2018. Per le esportazioni, si tratta della prima flessione dopo 4 anni consecutivi in crescita, mentre la contrazione delle importazioni arriva dopo 6 anni consecutivi di incremento.

L’export della componentistica automotive ha avuto un andamento abbastanza costante nel corso dell’anno: -2,6% il primo trimestre, -1,6% il secondo, -1,9% il terzo e -3% il quarto.

L’export italiano di autoveicoli1, nel 2019, vale 16,5 miliardi di Euro, in diminuzione del 13,8%, mentre l’import vale 30,3 miliardi di Euro (l’1% in meno rispetto al 2018). Questo genera un saldo negativo della bilancia commerciale che ammonta a circa 13,8 miliardi di Euro, contro i 12,9 miliardi del 2018. L’aumento del disavanzo commerciale è determinato dalla forte penetrazione dei Costruttori esteri nel mercato italiano, che per le autovetture, nel 2019, è del 76%.

Le esportazioni del settore componenti rappresentano nel 2019 il 4,6% di tutto l’export italiano, mentre le importazioni valgono il 3,7% circa, quote che salgono rispettivamente al 4,8% e al 4,2% se si esclude dal totale dei flussi commerciali il comparto energia.

Ricordiamo che il 2018, per la componentistica, si era chiuso con l’export a +5%, per un valore di 22,4 miliardi di Euro, e con un saldo positivo della bilancia commerciale di 6,71 miliardi di Euro (+17%).

“Dopo la flessione del 1° semestre (-2,1%), l’export della componentistica automotive italiana seguita a rallentare anche nella seconda metà del 2019, per chiudere quindi l’anno con il segno negativo (-2,3%) – ha dichiarato Marco Stella, Presidente del Gruppo Componenti ANFIA. Nel cumulato gennaio-dicembre 2019, hanno mostrato un calo anche la produzione (-8,1%), gli ordinativi e il fatturato delle parti e accessori per autoveicoli e loro motori2. Nello specifico, gli ordinativi diminuiscono del 7,6%, soprattutto a causa del mercato interno (-13,3%), mentre l’indice del fatturato di parti e accessori per autoveicoli diminuisce del 5,5%, con un calo dell’11,9% per il mercato interno e un aumento dello 0,9% per i mercati esteri. Gli ordinativi esteri, pur con un andamento altalenante nel corso dell’anno, sono rimasti in decelerazione nell’ultimo trimestre, come evidenziano anche le significative flessioni registrate dall’export verso alcuni dei major market europei, quali Germania, UK e Francia. Del resto, la produzione di autovetture in Europa è diminuita nel 2019 (-7,4%3) – anche se molto meno rispetto a quella italiana (-19%) – determinando di conseguenza un impatto negativo sulla catena di fornitura.
Su questa fase di rallentamento produttivo, anche per il comparto della componentistica automotive italiana, si è ora innestato il blocco degli stabilimenti dettato dall’emergenza COVID-19, con ripercussioni decisamente pesanti per le nostre imprese, che necessitano nell’immediato di misure di supporto per far fronte alle esigenze di liquidità, e per garantire la ripartenza degli investimenti e il sostegno all’innovazione e al mercato”.

La componentistica automotive è da sempre un comparto chiave dell’economia italiana, che conta oltre 2.200 imprese sul territorio, per un fatturato di 49,3 miliardi di Euro e 158.700 addetti diretti4 (compresi gli operatori del ramo della subfornitura). Inoltre, mentre la bilancia commerciale dell’intero settore automotive italiano ha un saldo negativo, guardando alla sola componentistica il saldo è positivo da oltre 20 anni (6,5 miliardi di Euro la media annua dal 2007 al 2019).

Sempre in riferimento al 2019, l’export della componentistica verso i Paesi UE28 vale 16,04 miliardi di Euro (-0,1%) e pesa per il 73% di tutto l’export componenti (71% nel 2018), con un avanzo commerciale di 4,71 miliardi di Euro (+4% rispetto al 2018).
L’export verso i Paesi extra UE è di 5,93 miliardi di Euro (-8%) e produce un saldo positivo di 1,82 miliardi di Euro (-17%).

La classifica dell’export per paesi di destinazione vede al 1° posto sempre la Germania, con 4,63 miliardi di Euro (+3% la variazione tendenziale) e una quota del 21% sul totale; seguono Francia (10,5% di quota), UK (8%), Spagna (7%), USA (6%), che superano la Polonia (6%), Turchia (4%), Austria (3%), Brasile (2,6%) e Repubblica Ceca
(2,6%). Ricordiamo che il trade italiano di componenti verso il Regno Unito genera il saldo positivo più alto tra i Paesi partner europei, pari a 1,39 miliardi di Euro nel 2019.

Le aziende italiane esportano verso il Nord America componenti per un valore di 1,9 miliardi di Euro, in diminuzione dell’11%, con un saldo attivo di 1,24 miliardi di Euro. Il valore dell’export cala dell’8% verso gli USA, del 20% verso il Messico e del 3,6% verso il Canada.
Le esportazioni italiane di componenti verso l’area Mercosur valgono 630 milioni di Euro, in crescita del 25% rispetto al 2018, con un saldo positivo per 523 milioni di Euro (il 44,5% in più rispetto al 2018).

Come già nel 2017 e nel 2018, il primo mercato asiatico è la Cina (359 milioni di Euro esportati, -21% rispetto al 2018 e un saldo negativo di 732 milioni), che è anche il quarto Paese di origine delle importazioni italiane di componenti (quasi 1,1 miliardi di Euro, poco sopra i livelli del 2018, pari al 7,1% del totale importato), con un ruolo importante nella catena di fornitura, come l’emergenza COVID-19 ha mostrato nel primo trimestre 2020. Fa seguito alla Cina, come secondo Paese asiatico di destinazione dell’export dei componenti italiani, il Giappone (289 milioni di Euro, -1,2%, con un saldo positivo di 23 milioni di Euro).

Tra i Paesi europei al di fuori dell’UE, diminuisce il valore delle esportazioni verso la Turchia (-10%, pur mantenendo un saldo positivo di 276 milioni di Euro) e la Serbia (-33% e saldo positivo di 68 milioni) – due Paesi in cui è radicata la presenza produttiva del Gruppo FCA – e anche verso la Russia (-0,5% e un saldo attivo di 149 milioni).

La suddivisione dei componenti in macro-classi, vede il comparto delle parti meccaniche (incluso accessori, vetri) totalizzare, nel 2019, il 67% del valore dell’export con 14,69 miliardi di Euro (-1,4% rispetto al 2018) e un saldo attivo di circa 6,3 miliardi di Euro.
Segue il comparto dei motori – per un valore di 4,03 miliardi di Euro (-6%), che pesa per il 18% sul totale esportato della componentistica, con un saldo attivo di 1,12 miliardi di Euro. L’export dei componenti elettrici e affini risulta in calo dello 0,8% rispetto al 2018, con un saldo negativo di 182 milioni di Euro, mentre il comparto pneumatici e articoli in gomma per autoveicoli presenta un valore di export pari a 1,33 miliardi di Euro (-0,3% sul 2018) con un saldo negativo di 585 milioni di Euro.

Guardando ai singoli componenti, presentano un saldo positivo significativo le seguenti voci: parti ed accessori destinati al montaggio, motori e parti di motori, freni, ponti con differenziale, parti e accessori di carrozzerie, cambi, pompe, ruote e vetri.

Il dossier completo sull’import-export della componentistica nel 2019 è disponibile sul sito di ANFIA alla sezione:
https://www.anfia.it/it/focus-di-approfondimento/italia

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a cura di Redazione