TCR: intervista al Presidente Ferri

Alessandro Ferri, Transportation Manager di Ferrero Industriale, con una lunga esperienza nel settore dei trasporti e della logistica, è il Presidente dell’Osservatorio Transport Compliance…

Alessandro Ferri, Transportation Manager di Ferrero Industriale, con una lunga esperienza nel settore dei trasporti e della logistica, è il Presidente dell’Osservatorio Transport Compliance Rating.

Ferri, come è nata l’esigenza di una procedura di valutazione dei vettori del trasporto su gomma?

“Tutte le aziende hanno delle procedure interne di validazione dei propri fornitori di bene e servizi. È un dato di fatto che le aziende modernamente organizzate hanno strutture deputate a fare delle attività perimetrate, come gli uffici acquisti. L’esigenza di una procedura di validazione riconosciuta e applicabile a tutte le realtà che utilizzano autotrasportatori è nata dalla necessità di definire delle linee guida, assolutamente neutrali e indipendenti, per acquistare servizi di trasporto, evitando equivoci e veti riconducibili a decisioni estemporanee, non supportate da dati reali emersi in risposta a controlli effettuati da un ente esterno certificatore sulla base di una procedura riconosciuta. L’obiettivo, quindi, che ci siamo posti come Osservatorio TCR è stato quello di una scelta consapevole del trasportatore, derivante da azioni di controllo sui pilastri fondamentali dell’attività dell’autotrasportatore”.

In cosa consistono questi pilastri?

“Innanzitutto, l’articolazione societaria, per capire se il vettore interessato mette in chiaro i propri dispositivi societari oppure se ci troviamo in presenza di scatole cinesi per occultare o nascondere minori imposte pagate rispetto a vettori che sono in linea con leggi fiscali locali. Altro punto è quello della formazione dei lavoratori: cosa fa l’azienda per garantire che i propri dipendenti, autisti o impiegati, siano adeguatamente formati per l’espletamento delle proprie funzioni, al servizio del cliente e con quale livello qualitativo e di continuità si preoccupa della formazione e dell’aggiornamento professionale? Terzo pilastro è il controllo della flotta. Gli autoveicoli sono di proprietà dell’azienda? Il parco automezzi è vetusto o moderno? I veicoli sono dotati di sistemi di controllo della geolocalizzazione? Quale livello di tecnologia adottano i mezzi e l’azienda? E ancora, ci interessa conoscere la relazione che l’azienda fornitrice ha con il suo personale, il rapporto di lavoro, i pagamenti degli stipendi, se l’assunzione è avvenuta in Italia o all’estero. Il DURC in proposito fornisce alcune informazioni che però non sono sufficienti. Altro punto di attenzione è rappresentato dalle coperture assicurative, per conoscere se il trasportatore assicura in maniera adeguata i mezzi oppure no. Infine, il controllo del cronotachigrafo. È risaputo che sforamenti del cronotachigrafo portano a sanzioni molto dure che possono arrivare al fermo dell’azienda o del parco veicolo. Tutte problematiche che, ove si verifichino, possono incidere sull’erogazione del servizio di trasporto e sulla reputazione delle società committenti”.

Qual è stato il ruolo di FIAP nella costruzione del TCR?

“Partendo da una serie di domande sui punti descritti, considerati elementi qualificanti del valore di un fornitore di servizio di autotrasporto, FIAP ha per prima cosa modellizzato questo percorso, portando l’esperienza e la competenza di un’associazione di professionisti dell’autotrasporto, e poi ha ingegnerizzato il modello, rendendolo ancora più professionale, profondo e soprattutto assolutamente indipendente nella valutazione del giudizio, quindi neutrale, nel senso che né aiuta né esclude alcuno dal giocare la partita di un’equa certificazione.

Veniamo all’Osservatorio TCR, quali sono i compiti e come funziona?

“Dopo aver consolidato il modello TCR abbiamo creato all’inizio dell’anno l’Osservatorio Transport Compliance Rating, senza scopo di lucro, che si propone, attraverso la costituzione di un Comitato Tecnico Scientifico, di produrre una base sostanziosa di domande e controlli da sottoporre agli autotrasportatori interessati, per essere valutati da un ente esterno indicato dal Comitato Tecnico Scientifico. L’Osservatorio, con i soci fondatori, nomina il Comitato Tecnico Scientifico che è composto da soggetti esperti in materia, legali, ingegneri, specialisti in audit, nel trasporto e nella supply chain che, insieme, arricchiscono il modello di riferimento. Il Comitato si può quindi definire il braccio tecnico dell’Osservatorio. L’Osservatorio nel merito della sua natura, controlla che il Comitato Tecnico Scientifico applichi tutti gli elementi e metta in opera le leve disponibili per perseguirne gli obiettivi e quindi riuscire ad essere efficace ed efficiente nella costruzione del protocollo. L’ente terzo viene scelto tra gli organismi di settore della certificazione che, sulla base della loro competenza, delle risorse dedicate e della capillarità, sia in grado di ispezionare in maniera costante i vettori. Tra i presupposti dell’Osservatorio vi è, inoltre, quello di tendere a diventare un organismo internazionale e non solo italiano. In Italia, infatti, arrivano trasportatori dall’estero, stranieri o di aziende italiane con sedi all’estero e non possiamo rischiare, in futuro, di essere molto rigorosi in Italia e non avere strumenti di misurazione e controllo per gli operatori esteri”.

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a cura di Redazione